Alla faccia dei politicanti, qualcosa se non altro si muove

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L’ultima patetica barzelletta del sig. Mohamed Esposito

Dai siti web dei giornali si apprende che un vecchio, piccoletto e coi capelli trapiantati e tinti, concionando oggi alla Mostra d’Oltremare a Napoli un gruppo di seguaci, avrebbe affermato quanto segue.
“Viaggiando da Napoli su un aereo normale ho visto una bellissima ragazza bionda. Il posto accanto a lei era fortunatamente libero e mi sono fiondato. Ma lei leggeva, e allora le ho chiesto: ‘Signorina, cosa legge con questa intensità straordinaria? Di cosa parla il libro? Di amore?’. E lei mi risponde soavemente: ‘Si, è un libro che mi ha insegnato che gli amanti sessualmente più potenti sono gli arabi, mentre quelli più forti e romantici sono i napoletani’. Allora le ho detto: ‘Signorina, mi permetta di presentarmi, mi chiamo Mohamed Esposito’ ”
L’abituale, desolante carattere dell’esibizione non oscura il fatto che costui – sia detto senza offesa per Arabi e Napoletani – per una volta almeno si sia  attribuito un nome che effettivamente gli pertiene.
MS

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Società di PR per disinformazione d’affari

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Le bugie, come i nani, hanno le gambe corte

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Capitalismo finanziario, l’opacità è sempre la regola

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Se lo sciacallaggio finanziario è intrinseco al sistema

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Soldi dalle tasche dei cittadini per ingrassare la casta

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Quando ti rompono i coglioni a casa tua, sai chi ringraziare

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Ogni tanto, ma proprio tanto, una cosa buona

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L’aggressione della finanza globalista al popolo greco

Debtocracy è un recentissimo documentario, diffuso via Internet sotto licenza Creative Commons BY-SA 3.0, costato in tutto 8.000,00 euro che sono stati raccolti, in rete, http://www.debtocracy.gr/finance.html con piccole e piccolissime donazioni private.
Un sito proprio http://www.debtocracy.gr/ ne ha iniziato la diffusione  del video, che in soli dieci giorni ha registrato un milione di visualizzazioni.
Realizzato dai giornalisti Katerina Kitidi e Aris Hatzistefanou, esso indaga le cause dell’enorme debito pubblico accumulato dalla Grecia e ne indica i responsabili.
Circa duecento personalità hanno sottoscritto la richiesta di istituire un comitato internazionale che accerti l’origine di tale debito individuandone i colpevoli, considerato che la Grecia avrebbe il diritto di rifiutare il rimborso del suo “debito ingiustificato”, cioè del debito accumulato attraverso atti di corruzione commessi contro l’interesse della società. Gli autori del documentario, dal canto loro, sottolineano in partenza che “In quasi 40 anni due partiti, tre famiglie politiche e alcuni grandi imprenditori hanno portato la Grecia al fallimento. Questa gente ha smesso di pagare i cittadini per salvare i suoi creditori”. In particolare, i responsabili di una serie di connivenze che hanno spinto il paese nel precipizio sono individuati nei primi ministri e nei ministri finanziari che si sono succeduti in Grecia nell’ultimo decennio.
Ma è la finanza globale, un’istituzione sempre più fortemente indiziata dei peggiori crimini contro i popoli, la principale imputata.
Il mondialista Strauss-Kahn, direttore generale del FMI, accreditatosi ai Greci come il medico del paese, è qui paragonato all’infame Georges Papadopoulos, capo della cricca dei “colonnelli” dal 1967 al 1974.
Interessante, poi, è il richiamo ai casi di Ecuador e Argentina, laddove, in base a un rapporto steso da un comitato indipendente di esperti, un negoziato attento agli interessi nazionali e non invece a quelli degli speculatori globalisti ha portato all’annullamento di una parte del debito e del blocco di salari e pensioni. Chi si è opposto al FMI e ai truffaldini creditori esteri, dimostrando come parte cospicua del debito fosse illegale, ha offerto un esempio virtuoso di come nulla vi sia di ineluttabile, nel destino di asservimento dei popoli, di ciò che per ineluttabile viene falsamente presentato.
Asserviti media “Mainstream” divulgano informazioni che spesso sono di comodo, tacendo od occultando, senza contraddittorio, le vere responsabilità della crisi mondiale che ha trovato in Grecia un drammatico apice. Anche in Debtocracy non vi è contraddittorio ma in senso opposto, ma è, questo, solo un minuscolo elemento di riequilibrio.
Questa versione del documentario (attenzione: dura un’ora e un quarto circa) è l’originale in lingua greca e in greco sono i sottotitoli quando altra è la lingua del parlato. Immagini e dati lo rendono comunque sufficientemente comprensibile a tutti. È stata resa disponibile nel frattempo anche una versione in inglese che si può trovare sempre sul sito http://www.debtocracy.gr/.
MS

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