Se l’Italia fosse davvero una nazione…

… la Marina Militare riceverebbe l’ordine di proteggere i pescherecci italiani mitragliati in acque internazionali, anche con la forza se indispensabile. Altro che “nulla cambia nei rapporti” coi mitragliatori libici. Honni soit qui baisse la tête.
Mitragliatori che adoperano navi italiane, pagate dai contribuenti italiani e graziosamente donate, che dovrebbero essere impiegate per il contrasto all’immigrazione clandestina e che invece, a quanto si vede, lo sono per mitragliare ad altezza d’uomo i pescatori mazaresi. Avendo a bordo, per maggiore vergogna, militari italiani che “forniscono assistenza tecnica”.
Personalmente ritengo che Gheddafi sia un personaggio originale, non quel demonio che certi democratici della domenica vanno dipingendo. Democratici della domenica che fragorosamente tacciono sulla cosiddetta Arabia Saudita, che non parlano meno che rispettosamente, volendo restare in zona, dei despoti in Egitto e in Tunisia. Che nulla hanno da dire degli Emirati Arabi Uniti, monarchia assoluta di sceicchi tribali miracolati dal petrolio e  iscritta nella Blacklist dei paradisi fiscali, la sponsorizzazione della cui compagnia aerea campeggia oggi sulle maglie dell’A.C. Milan. Democratici della domenica a cui piace che ragazzi europei siano mandati a morire in Afghanistan per tenere in piedi un figuro come Karzai.
Gheddafi, che resta un personaggio originale, porta semmai lo stigma di essersi messo contro l’occidente ai tempi in cui ancora sognava di una comunità socialista e laica panaraba. Non è mai stato un integralista né un fanatico, è assai meno peggio di tanti altri.
Si aggiunga che l’Italia, nei confronti della Libia, porta  colpe storiche enormi. E che crimini gravissimi, commessi da italiani contro il popolo libico, restarono impuniti.
Ciò premesso, né alla Libia né ad altri dovrebbe essere consentito di mitragliare impunemente i pescherecci italiani. Ma questo se l’Italia fosse davvero una nazione, con ciò che comporterebbe. Poiché non sembra sia così bisognerà che qualcuno, oltre che la mano, a Gheddafi la prossima volta baci anche il deretano.
Esiste una Marina Militare la cui forza dovrebbe essere su per giù la sesta al mondo. Il costo di costruzione della recentissima portaerei Cavour viene stimato in circa 1,39 milioni di euro presi dalle tasche dei contribuenti italiani, mentre il costo di mantenimento oscillerebbe  tra 100.000 e 200.000 euro al giorno, a seconda dello stato operativo. Finora la Cavour è stata impiegata per una missione ad Haiti dopo il terremoto e, nell’occasione, come vetrina della produzione militare navale italiana in America Latina; missione che si è letto sarebbe stata sponsorizzata da grandi imprese sotto controllo pubblico, collaboratrici permanenti della MM, alcune delle quali direttamente coinvolte nella realizzazione della nave e delle sue dotazioni.
A questa Marina Militare, dunque, si fa servire un’Italia sovrana o si fa attendere il solito fischio di comando da Washington?
Pescatori italiani sono mitragliati, da navi italiane date alla Libia, in acque internazionali. Ma i pescatori contano poco, non procacciano buoni affari. E dall’onore che una vera nazione dovrebbe tributare alla sua bandiera, semplicemente nel difendere i propri cittadini ingiustamente minacciati o aggrediti, non si ricavano denari. Meglio leccare la mano di Gheddafi, ché poi qualche imprenditore – si affollavano a corte durante la recente visita a Roma – magari otterrà lucrosi appalti in Libia. Volere abbassare la testa per soldi è molto, molto peggio che doverla abbassare per necessità.
MS

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