Sarebbe una buona cosa, per questo non si farà

Per quanto il parlamentarismo rappresentativo, cosiddetto, sia una strana bestia, e quello italiano ancor più, non può non apparire ingiustificato il privilegio che vi si accorda ai professionisti – così come agli imprenditori – che da parlamentari, a differenza dei dipendenti pubblici e privati, possono svolgere una doppia attività cumulando i due redditi.
Attribuire un tal privilegio alla libertà di organizzare i propri impegni lavorativi sarebbe risibile.
La questione infatti è di principio: possibili conflitti d’interessi e influenze improprie devono essere esclusi in partenza, dunque l’incarico parlamentare, in quanto pubblico ufficio, è concettualmente incompatibile con l’esercizio di qualunque altra attività remunerata che conseguentemente va sospeso.
Va notato che il sig. Di Pietro, lasciata la magistratura, teoricamente esercita anch’egli la professione di avvocato. Sarà anche, la sua, un’esibizione elettorale, ma anteporre l’interesse generale al proprio particolare depone, oggettivamente, a suo onore.
MS

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