Un destino esemplare – parte prima

È noto che Al Capone, al quale direttamente non si riuscivano a imputare crimini, fu incastrato per  evasione fiscale e finì ad Alcatraz.
Anche l’attuale destino del sig. Strauss-Kahn appare esemplare. Non accade, purtroppo, che i vertici delle maggiori istituzioni globaliste (Organizzazione mondiale del commercio, Fondo monetario internazionale, Banca mondiale) siano puniti per le attività tipiche di queste: usura, favoreggiamento della speculazione finanziaria e relativi imbrogli, vampirizzazione dei popoli, precarizzazione neoschiavistica dei rapporti di lavoro, espropri delle comunità chiamati “privatizzazioni” che ingrassano squali e trafficanti di ogni sorta rovinando e affamando nazioni intere.
Il ristoro della vittima è nell’afflizione del reo e tanti – in Grecia e altrove – avranno gioito vedendo il sig. Strauss-Kahn in manette. Ma indipendentemente da ciò resta in tutta la sua enorme gravità l’evento che le manette ha fatto scattare e che vede, a sua volta, una vittima: la donna che ha denunciato di avere subito violenza sessuale da costui.
La violenza sessuale è, tra i crimini contro la persona, uno dei più abietti e incondonabili: perché si consuma come atto di forza bruta e dunque di sopraffazione verso un soggetto più debole; perché testimonia della disposizione a soddisfare brame primordiali, e non a controllarle, a spregio di ogni norma giuridica e morale; perché la vittima verosimilmente ne porta il segno traumatico tutta la vita. Non sembri eccessivo, sotto un tale profilo, considerare lo stupro, in determinate circostanze, un crimine peggiore dell’omicidio medesimo; dunque meritevole di una punizione socialmente esemplare e anzi estrema, commisurata cioè alla gravità indicibile dell’atto.
Nel caso poi di un individuo potente, e celebre, che sottoponga a violenza sessuale una persona comune, magari una persona che ha problemi, con la tracotanza di chi ritiene che tutto gli sia concesso, il tenore della condotta delittuosa è ancor più ributtante.
Settantacinque anni di galera, la pena massima teorica che sembrerebbe rischiare il sig. Strauss-Kahn ma alla quale – purtroppo – assai difficilmente sarà condannato, potrebbero rappresentare in questo caso una sanzione adeguata.
Indicativi del soggetto appaiono i due espedienti, dei quali si ha cognizione, tentati per discolparsi. Il primo è l’alibi subito demolito, in quanto campato su un banalissimo errore di orario, di un pranzo consumato in compagnia della figlia ventiseienne Camille proprio nel momento della violenza avvenuta, secondo la denuncia, in una suite del Sofitel da 1855 dollari a notte: mettere la propria figlia in mezzo a una vicenda del genere è una condotta innominabile in se stessa. Il secondo, che sfida le evidenze e i rilievi di polizia evoca un argomento abituale dietro al quale si rifugiano i peggiori tra i vermi stupratori, quelli cioè che sono anche dei vigliacchi: “Era consenziente”.
MS
(continua)

Questa voce è stata pubblicata in Commenti e contrassegnata con , , , . Contrassegna il permalink.

Lascia un Commento