Chi di carlucci ferisce

Certamente, a volere esser seri, la fine dell’omino di Arcore non può essere imputata alle defezioni opportunistiche che due giorni fa hanno precipitato sotto il limite della sopravvivenza la sua forza in voti in un ramo nel parlamento rappresentativo.
Tuttavia esse costituiscono l’icastico emblema di un contrappasso evidente, già patito in altra epoca, seppure in maniera diversa, da Bettino Craxi. Quella che Rino Formica aveva definito “la corte dei nani e le ballerine”, della quale Craxi si era attorniato, al momento del tracollo disinvoltamente lo mollò, con sporadiche eccezioni, al suo destino. Plastica dimostrazione di quanto la gratitudine, come al suo tempo già aveva osservato Aristotele, sia un sentimento che invecchia presto. Un invecchiamento al quale, come si vede, anche l’omino di Arcore oggi paga pedaggio.
Quando nel parlamento rappresentativo volutamente si introducono personaggi di un certo tipo, absit invidia verbo, capita di doverne sopportare le conseguenze. Chi scava una fossa vi cadrà e la pietra torna addosso a chi la rotola (Proverbi 26,27).
MS

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