Tra grandi mali anche un piccolo bene

Il Regno Unito non ha aderito all’accordo stabilito qualche giorno fa in sede di unione Europea.
Ben al di là del merito di quell’accordo, che contiene grandi mali, se i fantocci pro tempore del potere finanziario che ha nella borsa di Londra il suo malefico centro d’irradiazione, di riciclaggio, di terrorismo economico, sono forse fuori dai coglioni, è certamente un piccolo fatto positivo.
I popoli britannici sono valenti, ma spesso governati da pessimi soggetti.
La degenerazione antropologica del potere nel Regno Unito è di vecchia data. Emblematicamente, già due secoli fa al pidocchio Rotschild fu consentito di lucrare immense ricchezze speculando sul sangue, anche quello dei soldati britannici, caduti nella battaglia di Waterloo.
Più recentemente, e non solo al tempo dell’infame Thatcher, il Regno unito è stato usato come portaerei yankee ancorata di fronte all’Europa, come quinta colonna di Wall Street e dell’usurocrazia mondialista che vi fa capo, abilmente manipolata per sabotare la possibile unità politica dei popoli d’Europa.
Sarebbe bene che il Regno Unito fosse espulso da tutte le istituzioni europee e che anzi i popoli di Scozia, del Galles, d’Irlanda, trovassero nelle presenti circostanze la buona occasione per riappropriarsi della propria indipendenza nel quadro di una grande, autentica federazione di popoli europei fratelli.
MS

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