Un anno pessimo si chiude con un buon segno

Il 2011 è stato un annus horribilis e l’affaccio sul 2012 non promette nulla di buono. Tuttavia, gli dei non hanno fatto mancare, proprio alla chiusura dell’anno, un piccolo segno favorevole di significato simbolico.
Oggi è infatti schiattato il sig. Verzè, un individuo al quale il titolo di presbitero mal si attagliava, un concentrato di pessimi esempi quali raramente puotesi rinvenire in un soggetto singolo.
Peccato per un verso: sottoposto a opportuni stringenti interrogatori costui avrebbe forse potuto raccontare molti fatti interessanti, anche di altri e più celebri personaggi del malaffare politicante che abbiano avuto a che fare con i suoi traffici disgustosi.
Nondimeno, il fatto che nel momento stesso in cui tali traffici stanno venendo allo scoperto costui sia andato all’inferno, o magari vi sia stato cortesemente fatto accomodare come insinuano alcuni, costituisce pur sempre, nella simbologia, un evento fausto. E l’aria che respiriamo è leggermente meno sporca.
Il solo fatto di morire non trasforma automaticamente un cialtrone in un galantuomo, un ladro in un onesto, un bandito in un benefattore, un assassino in un filantropo, un bugiardo in un uomo dabbene. Troppo comodo. Le esistenze passano, i fatti e i giudizi restano. Nel caso del Verzé, in particolare, spiace dover osservare che ben al di là di ogni formalismo giuridico i fatti sono più che eloquenti e i giudizi del tutto irriformabili.
Al sig. Verzè, dunque, per tutto l’incondonabile male che ha fatto in vita, buon soggiorno all’inferno. Possa bruciarvi allegramente per l’eternità, e anche oltre se possibile.
MS

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