Il Governatorato Generale (“Generalgouvernement für die besetzten italienischen Gebiete“) istituito col golpe finanziario del 2011 affinché la gang Goldman Sachs & Soci potesse perpetrare la lucrosa megaestorsione pianificata a spese del popolo italiano, oltre alla polizia coloniale generosamente fornita dal partitume unico di regime PD-PDL-UDC può avvalersi, come è tipico del totalitarismo liberale, della colossale fabbrica di menzogne gestita dalla massima parte della stampa scritta e parlata, scientificamente controllata e gestita a tale espresso fine. Il totalitarismo liberale, improntato dal fondamentalismo del denaro, notoriamente riconosce come unica “libertà” di espressione quella di cui si fa colorita metafora lo Speakers’ Corner di Hyde Park, strampalata e affatto innocua, mentre attraverso i suoi sgherri esercita un ferreo controllo su tutta la comunicazione mainstream che, blindata da capitali ingenti e foraggiata con denaro pubblico, inscena a beneficio dei grulli il teatrino di fittizi “confronti” tra opinionisti di regime asseritamente contrapposti che evocano le gustose tribune politiche tra gli “onorevoli” Carmine Rotunno e Michele Ramaglia, messe in scena anni fa da Giobbe Covatta e Francesco Paolantoni. Un grido pur se flebile di protesta nei confronti di una tale oscena manipolazione, che retrocede a povero dilettante lo stesso Joseph Goebbels e declassa a scherzo la tragica profezia orwelliana, si è levato nei giorni scorsi da uno sparuto gruppo di intellettuali ed è stato naturalmente oscurato da quella stessa stampa asservita nei confronti della quale si rivolgeva. Non è granché ma è comunque sempre meglio di niente. Significativo, benché retorico visto il ruolo assunto nel frangente dal sig. Napolitano, il riferimento alle “più alte cariche dello Stato”. Significativa anche la firma, tra le altre, di Guido Rossi, che mi piace ricordare per come definì a suo tempo il governo D’Alema (“una Merchant Bank dove non si parla inglese“).
MS
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La farsa della “libertà di stampa” nel totalitarismo liberale (1)
Il Governatorato Generale (“Generalgouvernement für die besetzten italienischen Gebiete“) istituito col golpe finanziario del 2011 affinché la gang Goldman Sachs & Soci potesse perpetrare la lucrosa megaestorsione pianificata a spese del popolo italiano, oltre alla polizia coloniale generosamente fornita dal partitume unico di regime PD-PDL-UDC può avvalersi, come è tipico del totalitarismo liberale, della colossale fabbrica di menzogne gestita dalla massima parte della stampa scritta e parlata, scientificamente controllata e gestita a tale espresso fine. Il totalitarismo liberale, improntato dal fondamentalismo del denaro, notoriamente riconosce come unica “libertà” di espressione quella di cui si fa colorita metafora lo Speakers’ Corner di Hyde Park, strampalata e affatto innocua, mentre attraverso i suoi sgherri esercita un ferreo controllo su tutta la comunicazione mainstream che, blindata da capitali ingenti e foraggiata con denaro pubblico, inscena a beneficio dei grulli il teatrino di fittizi “confronti” tra opinionisti di regime asseritamente contrapposti che evocano le gustose tribune politiche tra gli “onorevoli” Carmine Rotunno e Michele Ramaglia, messe in scena anni fa da Giobbe Covatta e Francesco Paolantoni. Un grido pur se flebile di protesta nei confronti di una tale oscena manipolazione, che retrocede a povero dilettante lo stesso Joseph Goebbels e declassa a scherzo la tragica profezia orwelliana, si è levato nei giorni scorsi da uno sparuto gruppo di intellettuali ed è stato naturalmente oscurato da quella stessa stampa asservita nei confronti della quale si rivolgeva. Non è granché ma è comunque sempre meglio di niente. Significativo, benché retorico visto il ruolo assunto nel frangente dal sig. Napolitano, il riferimento alle “più alte cariche dello Stato”. Significativa anche la firma, tra le altre, di Guido Rossi, che mi piace ricordare per come definì a suo tempo il governo D’Alema (“una Merchant Bank dove non si parla inglese“).
MS
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