Sassoon abbandona, un gesto apprezzabile

All’esito di polemiche trascinatesi prevalentemente in rete circa il suo ruolo effettivo alla luce delle frequentazioni avute, il sig. Enrico Sassoon ha annunciato con una lettera a un quotidiano di lasciare la Casaleggio e Associati, che gestisce il blog di Beppe Grillo, della quale era socio. Tra le altre cose, il sig. Sassoon lamenta essere stato oggetto di diffamazioni consistenti nell’attribuirgli legami coi “poteri forti” cosiddetti, in una sorta di complotto teso a infiltrare e condizionare nell’azione politica il Movimento a Cinque Stelle. Denuncia inoltre di essere stato preso di mira per il suo cognome ebraico, omonimo di personaggi ritenuti poco raccomandabili del passato.
Da parte mia, non ritengo che l’essere ebrei piuttosto che indù o inuit rilevi alcunché nel merito delle proprie azioni personali. Tra gli Ebrei, in particolare, si possono oggi annoverare, nel meglio e nel peggio, tanto Noam Chomsky quanto Michael Ledeen. Altro sarebbe ragionare circa l’uso che taluni soggetti fanno della propria identità ebraica, identità dai confini variamente e arbitrariamente codificati, ma non è questa la sede.
Ciò posto, confesso che il curriculum professionale attribuito al sig. Sassoon – foss’anche vero solo per la metà – a me politicamente inquieta. Mi riferisco, se confermate, alle esperienze nell’American Chamber of Commerce in Italy e nell’Aspen Institute Italia. Esperienze che non risultano di per sé in una condanna: a Travaglio e Gomez capitò di lavorare per l’omino di Arcore, al Gen. Fabio Mini di essere capo di s.m. per il Comando NATO del Sud Europa e comandante NATO in Kossovo-Metohia, e basta ascoltare ciò che dice adesso per capire come determinate esperienze siano anche formative: fanno comprendere certi meccanismi e ne producono gli anticorpi.
Alla partecipazione del sig. Sassoon nella Casaleggio Associati, inoltre, non si dovrebbe applicare la proprietà transitiva nei confronti del blog di Grillo: essere nella struttura che regge il blog è significativo, ma salvo prova contraria non implica di occuparsene personalmente. In ogni caso bisognerebbe guardare ai fatti: finché la linea del blog, coi relativi contenuti, si manterrà nel solco originario, senza praticare sconti a quell’ambientino ben noto al quale l’AmCham Italy e l’Aspen Italia inter alia appartengono, trarre conseguenze di ordine “complottistico” dal curriculum professionale del sig. Sassoon pare arbitrario.
Vero è che in quell’ambientino, suddetto, usa anche la tecnica dell’infiltrazione: disporre qua e là di “pedine” passive (elementi non direttamente operativi ma relazionabili sotto il profilo dell’informazione), con maggiore utilità se oltre le linee nemiche, è pratica diffusa. Ma negli organismi ampi, fossero anche blindati come il PCUS, si trova pressoché inevitabilmente spazio anche per provocazioni aperte. E se per caso il sig. Sassoon fosse veramente un infiltrato-informatore, allora i danni per il Movimento Cinque Stelle, considerato com’è strutturato, non credo sarebbero irrimediabili.
Mi sembra piuttosto che il suo gesto di lasciare la Casaleggio e Associati al di là del suo curriculum sia apprezzabile: più che per il suo effetto concreto, per avere sotratto un pretesto a svariate speculazioni mediatiche in danno del Movimento Cinque Stelle.
MS

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