Un paese tutto Fiorito

Guardando a ciò che emerge alla Regione Lazio, esemplare icastica rappresentazione di un paese che squallidi politicanti hanno reso marcio, rammento l’intervento del bravo giornalista germanico Udo Gumpel a un dibattito mattutino su La7 il 17 settembre scorso. Riferendosi ai privilegi della casta, Gumpel spiegò che nella città-stato di Hamburg, la più ricca d’Europa, che al pari di grandi regioni è costituita in Land autonomo, i rappresentanti al relativo parlamento (Hamburgische Bürgerschaft) percepiscono 2300 euro lordi mensili oltre a un rimborso spese di 350 euro.
Ove si rammenti che la retribuzione media di un operaio della Volkswagen, a quanto è noto, si aggira attorno ai 2600 euro netti mensili, il paragone risulterebbe immediato e semplicissimo. In Germania, nel caso concreto, chi svolge un lavoro pesante guadagna di più di chi fa politica a tempo pieno, esattamente al contrario che nell’Italia oppressa da oligarchi e castari.
L’ovvietà che ne deriva è che il problema non è in un eccessivo numero di “rappresentanti” come sostenuto da una propaganda mistificatoria – anzi, più ampio è tale numero, meno remoto sarà il rapporto coi relativi “rappresentati” – bensì nella pletora di nauseanti privilegi goduti da costoro, tra i quali numerosissimi parassiti puri, a spese dei cittadini che glieli pagano con le  proprie tasse. Ma per la casta l’austerità – quella che il sig. Napolitano ancora l’altro ieri ha tenuto a sponsorizzare come “necessaria” – è sempre quella degli altri.
Si vadano a vedere in dettaglio le spese e i costi esorbitanti delle “istituzioni”, a cominciare dalla presidenza della repubblica, dalla presidenza del consiglio dei ministri, dai ministri sottoministri e sottosegretari, dalle camere dove siedono i rappresentanti, dalla Banca d’Italia, dalle cosiddette “autorità indipendenti”, dai burocrati alti e bassi del pletorico apparato dello Stato e dalle attività controllate da costoro. Si vadano a vedere in dettaglio gli ingiustificabili benefici, i lussi, le ridicole pompe cerimoniali, le sponsorizzazioni e i patrocini rilasciati a discrezione, le cosiddette spese di rappresentanza, le cosiddette “missioni”, i rimborsi e quant’altro. Lo si faccia a scendere verso la base del territorio attraverso le regioni, le provincie, i comuni, i quartieri, i consorzi, le comunità montane e le relative attività controllate; tenendo conto, anche qui, che il problema non risiede negli elementi di autonomia territoriale come la propaganda mondialista va insinuando – più le autonomie saranno diffuse verso il basso, meno arbitrario e svincolato sarà il comportamento dei “rappresentanti” – ma in una spaventosa serie di intollerabili privilegi, che della politica anziché una vocazione di servizio alla comunità ha fatto un  lucroso affare, spesso anche sporco.
Già paragonando i privilegi dei “rappresentanti” in Italia con gli omologhi trattamenti all’estero immediatamente si avverte quanto essi siano inammissibili. I castari, se non fossero ostaggi della propria stessa natura come lo scorpione della favola di Esopo, potrebbero forse adottare un programma, ancorché minimo e insufficiente, di tagli, e forse un tale programma per un po’ di tempo ancora potrebbe salvare i loro sporchi culi. Altrimenti, se i tagli dovesse essere direttamente il popolo a operarli, potrebbero essere quelli rappresentati in Spagna nelle sempre più rabbiose manifestazioni contro la banda Rajoy: con la ghigliottina.
MS

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