Roberto Scarpinato, il coraggio delle parole

Pubblicato in Commenti | Lascia un commento

Borsellino e Falcone: la forza e l’onore degli eroi

Sono passati ormai vent’anni da quando Luigi Borsellino fu massacrato con la sua scorta da una bomba vigliacca, azionata da vigliacchi – non uomini d’onore, solo uomini di merda – così come, poco meno di due mesi prima, ugualmente era stato massacrato con la sua scorta Giovanni Falcone.
Più che parole, in una tale circostanza, servono atti. Come quelli che i magistrati siciliani stanno compiendo per accertare le effettive responsabilità e complicità in quei crimini odiosi, le connivenze e i mandanti reali.
È noto che Borsellino, ancor più di Falcone proprio a cagione della morte di questi, si rese ben conto di essere un bersaglio vivente. Consapevole di questo, non fece una piega e continuò nel suo lavoro con forza e con onore. Chi ha paura muore ogni giorno, chi non ha paura muore una volta sola.
Sicilia: terra nobile e martoriata che non di rado ha generato figli eroici. Come scrisse il poeta, Wo aber Gefahr ist, wächst das Rettende auch. Dov’è il pericolo, cresce anche ciò che salva.
Onore perpetuo per gli eroi, la più infame delle morti per i bastardi mafiosi e per tutti i loro complici.
MS

Pubblicato in Commenti | Contrassegnato | Lascia un commento

Matrimonio busone: arma di distrazione di massa (2)

Il matrimonio storicamente non è stato una sanzione formale all’affettività tra persone, ma per lo più un connubio di potere e/o d’affari tra famiglie di alto come di basso lignaggio. Lo sposarsi per amore, escogitazione della più recente modernità, attiene a un mito che per alcuni decenni dello scorso secolo, sull’onda lunga dell’emancipazione femminile, qualche generazione di bravi ragazzi ha coltivato con ammirevole dedizione e ingenuità. Salvo scoprire, per esempio, poi le ipocrite delizie della cosiddetta “famiglia allargata” agli ex coniugi e ai relativi figli di vario letto. Il matrimonio, lungi dall’essere oggi una colonna portante dell’equilibrio sociale, è tornato a essere in altra forma una sorta di affare col quale soltanto, stante l’attuale legislazione, diviene possibile assicurare certi beneficio a una persona alla quale in un certo momento si tiene. Ha detto molto bene Vasco Rossi, si parva licet componere magnis, quando recentemente e contrariamente alle sue stesse convinzioni ha dovuto addivenire al matrimonio, che ha saggiamente definito “un atto puramente tecnico e necessario per dare a Laura gli stessi diritti dei miei tre figli“.
Il problema che Vasco Rossi ha efficacemente rappresentato in due parole è autentico, e sta a monte dell’istituto matrimoniale stesso, sta – principalmente – nel profilo familistico-restrittivo di branche essenziali del diritto. In un paese dove per esempio non è permesso diseredare un figlio coglione, al quale è garantito – qualunque cosa accada – il privilegio della quota c.d. “legittima” di eredità dei beni di un genitore, dove per esempio l’imposta ereditaria la pagano tutti coloro che non siano familiari stretti del de cuius, dove ai funerali di Stato, come anche spesso nell’assistenza del ricovero ospedaliero, non sono ammessi i conviventi di coppia e dove addirittura il coniuge divorziato a certe condizioni può avanzare pretese sulla pensione di reversibilità dell’ex coniuge defunto, è evidentissimo che nessuno sia libero, è evidentemente un paese dominato da un’ipocrisia disgustosa quanto retriva, di prevaricazione della volontà personale in privilegio del vincolo formale o del casuale vincolo “di sangue”.
Se a qualcuno piace giacersi con persone del proprio stesso genere è, infine, fatto privato che a me non disturba anche se ne riconosco, contestualizzando, le implicazioni non necessariamente positive d’impatto culturale e sociale. Se altri decide di dare a persone del proprio stesso genere il beneficio di un’eredità o di una pensione o di affidare a esse l’assistenza di sé nei momenti critici, non si vede perché tutto ciò dovrebbe andare sotto presupposto di contratto matrimoniale. E naturalmente non se ne vede il perché qualora le persone di cui si tratta siano dell’altro genere. Ma di più: in un caso come nell’altro, nemmeno si vede il perché dette persone debbano essere per forza vincolate affettivamente; forse che non potrebbero essere semplicemente amiche? Ecco, nel liberalismo totalitario ributtante e ipocrita a vocazione familistica la libertà fondamentale di poter disporre di sé e delle proprie cose è negata in radice. In compenso, si bercia non senza sguaiatezza, e artatamente si fa un sacco di baccano attorno a una puttanata, anzi a una lite tra comari come nell’assemblea pidista del 14 luglio.
MS
(fine – la prima parte è di oggi 31 luglio 2012)

Pubblicato in Commenti | Contrassegnato , , | Lascia un commento

Matrimonio busone: arma di distrazione di massa (1)

Una inusitata attenzione è stata suscitata dalla stampa di regime attorno alla piazzata che ha concluso l’assemblea pidista del 14 luglio scorso. Non mi sembra ciò sia da ascrivere al mercantile intento di alzare un po’ le vendite con lo sperimentato metodo di sbattere in pagina qualche notizia pruriginosa. E veramente mi dispiace che persino Beppe Grillo, sempre molto attento all’uso strumentale e sviante della comunicazione di massa ben orchestrata, non l’abbia ravvisato in questo caso, prendendo anzi posizione contro Rosi Bindi  ed esplicitamente a favore del matrimonio busone come si trattasse di una questione seria – mentre qualche mese fa, non senza ragione e coraggio, aveva denunciato la campagna per la cittadinanza ai figli nati in Italia degli immigrati come artificio mirato a “distrarre gli italiani dai problemi reali per trasformarli in tifosi. Da una parte i buonisti della sinistra senza se e senza ma che lasciano agli italiani gli oneri dei loro deliri. Dall’altra i leghisti e i movimenti xenofobi che crescono nei consensi per paura della “liberalizzazione” delle nascite” (blog di Beppe grillo, 23 gennaio 2012, vedi qui).
Posto che il PD svolge in questa fase nei confronti della più parte di coloro che dovrebbero essere i suoi “rappresentati” (poveretti loro), mutatis mutandis, la parte che la polizia ebraica svolse all’epoca del ghetto di Varsavia, gli ascari del bocconaro, quando la menzogna illimitatamente profusa non è più sufficiente a occultare l’iperbolica rapina che il popolo italiano sta subendo, hanno tutta la convenienza a buttarla in caciara contando sul fatto che i più allocchi pongano attenzione a qualche estemporanea puttanata piuttosto che alle mani ladre degli usurocrati mondialisti, affondate nelle loro tasche per interposte persone.
Un tempo, quando i praticanti di condotte omosessuali ancora si percepivano e in parte venivano percepiti come trasgressivi e “rivoluzionari”, pensare al matrimonio tra persone dello stesso genere sarebbe parsa una insopportabile, conformistica assurdità. Poi il liberalismo ha sussunto, non per naturale inclinazione ma come sempre per interesse, la tematica sociale dell’omosessualità – come anche altre – nella categoria dei cosiddetti “diritti civili”. Il progressivo appannamento delle tendenze antagonistiche ha facilitato un tale sporco gioco e si è così arrivati, oggi, a legittimare giuridicamente quel genere di connubio, o a renderlo oggetto, quantomeno, di un vivace quanto vacuo dibattito. Sedicenti “socialisti” alla Zapatero, mentre lasciavano che le Spagne andassero alla rovina sotto i colpi della speculazione immobiliare e della relativa “bolla”, proficuamente si occupavano – e forse non solo per vezzo anticlericale – proprio di questo. Spiace qui citare Andreotti, quando osservò che una volta, piuttosto, i socialisti si occupavano di dare la terra ai contadini. Ma forse quelli non erano intossicati di liberalismo infame.
Certo la fulminazione di sedicenti “socialisti” o, peggio, “democratici”, sulla via del familismo, avulsa dalle sue motivazioni reali che pesantemente affondano nella corruzione liberale e liberista di costoro – apparirebbe spettacolare. Ma quel che francamente ripugna, sul piano sociale prima che su quello ideologico, è che in ciò facendo vogliasi resuscitare in qualche modo a nuova vita un istituto che ha ultimato il ciclo della propria decomposizione morale, qual’è appunto il matrimonio. È che anche la busoneria,  che un tempo destava  qualche simpatia se non altro quando si dilettava a épater le bourgeoisie, nel frattempo s’è volgarmente imborghesita. Anzi, miseramente convertita al “politicamente corretto” per cui, oggi, la trasgressione vera sembra consistere nel non prestare una continuativa, incondizionata, rituale solidarietà – a volte oltre il limite di un ammirato ossequio – agli omosessuali in quanto vittime di persecuzione.
MS
(continua)

Pubblicato in Commenti | Contrassegnato , , | Lascia un commento

La farsa della “libertà di stampa” nel totalitarismo liberale (2)

Che Guido Rossi, ancor oggi fondista de Il Sole 24 Ore, sottoscriva un tale documento, mi pare indubbio segno che la situazione sia veramente gravissima. Eccone il testo, che comunque meritadiffuso una settimana fa.

La politica è scontro d’interessi, e la gestione di questa crisi economica e sociale non fa eccezione. Ma una particolarità c’è, e configura, a nostro avviso, una grave lesione della democrazia.
Il modo in cui si parla della crisi costituisce una sistematica deformazione della realtà e una intollerabile sottrazione di informazioni a danno dell’opinione pubblica. Le scelte delle autorità comunitarie e dei governi europei, all’origine di un attacco alle condizioni di vita e di lavoro e ai diritti sociali delle popolazioni che non ha precedenti nel secondo dopoguerra, vengono rappresentate, non soltanto dalle forze politiche che le condividono (e ciò è comprensibile), ma anche dai maggiori mezzi d’informazione (ivi compreso il servizio pubblico), come comportamenti obbligati (“non-scelte”), immediatamente determinati da una crisi a sua volta raffigurata come conseguenza dell’eccessiva generosità dei livelli retributivi e dei sistemi pubblici di welfare. Viene nascosto all’opinione pubblica che, lungi dall’essere un’evidenza, tale rappresentazione riflette un punto di vista ben definito (quello della teoria economica neoliberale), oggetto di severe critiche da parte di economisti non meno autorevoli dei suoi sostenitori.
Così, una teoria controversa, da molti ritenuta corresponsabile della crisi (perché concausa degli eccessi speculativi e degli squilibri strutturali nella divisione internazionale del lavoro e nella distribuzione della ricchezza sociale), è assunta e presentata come autoevidente, sottraendo a milioni di cittadini la nozione della sua opinabilità e impedendo la formazione di un consenso informato, presupposto della sovranità democratica.
Non possiamo sottacere che a rendere, a nostro giudizio, particolarmente grave tale stato di cose è il fatto che la sottrazione di informazione che riteniamo necessario denunciare coinvolge l’operato delle stesse più alte cariche dello Stato, alle quali la Costituzione attribuisce precise funzioni di garanzia e vincoli d’imparzialità. Tutto ciò costituisce ai nostri occhi un attacco alla democrazia repubblicana di inaudita gravità, che ai pesantissimi effetti materiali della crisi e di una sua gestione politica volta a determinare una redistribuzione del potere e della ricchezza a beneficio della speculazione finanziaria e dei ceti più abbienti assomma un furto di informazione e di conoscenza gravido di devastanti conseguenze per la democrazia.
Alberto Burgio, Mario Dogliani, Gianni Ferrara, Luciano Gallino, Giorgio Lunghini, Alfio Mastropaolo, Guido Rossi, Valentino Parlato

Sullo stesso tema Vladimiro Giacché pubblicò nel 2008, per DeriveApprodi, l’ottimo saggio “La fabbrica del falso – Strategie della menzogna nella politica contemporanea” la cui istruttiva lettura consiglierei a chi volesse documentarsi meglio.
MS
(fine – la prima parte è di oggi 31 luglio 2012)

Pubblicato in Commenti | Contrassegnato , , , | Lascia un commento

La farsa della “libertà di stampa” nel totalitarismo liberale (1)

Il Governatorato Generale (“Generalgouvernement für die besetzten italienischen Gebiete“) istituito col golpe finanziario del 2011 affinché la gang Goldman Sachs & Soci potesse perpetrare la lucrosa megaestorsione pianificata a spese del popolo italiano, oltre alla polizia coloniale generosamente fornita dal partitume unico di regime PD-PDL-UDC può avvalersi, come è tipico del totalitarismo liberale, della colossale fabbrica di menzogne gestita dalla massima parte della stampa scritta e parlata, scientificamente controllata e gestita a tale espresso fine. Il totalitarismo liberale, improntato dal fondamentalismo del denaro, notoriamente riconosce come unica “libertà” di espressione quella di cui si fa colorita metafora lo Speakers’ Corner di Hyde Park, strampalata e affatto innocua, mentre attraverso i suoi sgherri esercita un ferreo controllo su tutta la comunicazione mainstream che, blindata da capitali ingenti e foraggiata con denaro pubblico, inscena a beneficio dei grulli il teatrino di fittizi “confronti” tra opinionisti di regime asseritamente contrapposti che evocano le gustose tribune politiche tra gli “onorevoli” Carmine Rotunno e Michele Ramaglia, messe in scena anni fa da Giobbe Covatta e Francesco Paolantoni. Un grido pur se flebile di protesta nei confronti di una tale oscena manipolazione, che retrocede a povero dilettante lo stesso Joseph Goebbels e declassa a scherzo la tragica profezia orwelliana,  si è levato nei giorni scorsi da uno sparuto gruppo di intellettuali ed è stato naturalmente oscurato da quella stessa stampa asservita nei confronti della quale si rivolgeva. Non è granché ma è comunque sempre meglio di niente. Significativo, benché retorico visto il ruolo assunto nel frangente dal sig. Napolitano, il riferimento alle “più alte cariche dello Stato”. Significativa anche la firma, tra le altre, di Guido Rossi, che mi piace ricordare per come definì a suo tempo il governo D’Alema (“una Merchant Bank dove non si parla inglese“).
MS
(continua)

Pubblicato in Commenti | Contrassegnato , , , | Lascia un commento

Tra i sottopancia del bocconaro incompetenza con arroganza

Pubblicato in Commenti | Contrassegnato , , | Lascia un commento

Formigoni föra di ball

Pubblicato in Commenti | Contrassegnato , | Lascia un commento

Terrorismo e menzogna contro il popolo siriano

Pubblicato in Commenti | Contrassegnato | Lascia un commento

I morti italiani in Afghanistan adesso sono cinquantuno

Pubblicato in Commenti | Contrassegnato , , , , | Lascia un commento