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Chi deve risarcire gli Italiani?
Che la permanenza alla guida del governo di un soggetto universalmente screditato come il sig. Berlusconi, trattato come un paria nei consessi internazionali e messo in ridicolo per le sue condotte anche personali a detrimento dell’immagine del paese, abbia di per se stessa precipitato l’Italia nell’inferno dei debitori a rischio, con le conseguenze che purtroppo ben si vedono, è una enorme balla con la quale i criminali usurocrati mondialisti, cioè i veri responsabili del forsennato attacco al paese individuato come anello debole dell’eurozona, vorrebbero occultare i propri delitti.
Vero invece è che con le proprie condotte pubbliche e private, reiterate negli anni, il sig. Berlusconi a quei criminali ha offerto come minimo una magnifica occasione per conseguire ben più facilmente i propri sordidi scopi.
Anche in questo senso, che oggi acquisisce una dimensione drammatica, è possibile affermare che il sig. Berlusconi, negli anni trascorsi al potere, ha distrutto l’Italia.
Costui possiede tuttavia immani ricchezze mentre gli Italiani pagano e pagheranno un prezzo rovinoso alla distruzione del paese e alla sua prossima prevedibile spoliazione, in vista della quale i criminali usurocrati mondialisti, collocate le proprie pedine nei posti giusti, si fregano le mani.
E allora costui, se le cose girassero secondo giustizia, dovrebbe essere obbligato a risarcire l’immenso danno subito dall’Italia e dagli Italiani. La confisca di tutte le sue proprietà, ricchezze e attività d’impresa non sarebbe ancora sufficiente in tal senso, ma recherebbe comunque il virtuoso segno che in casi tanto enormi non può esserci speranza d’impunità. Chi non punisce il male, comanda che si facci (Leonardo da Vinci).
MS
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Contrassegnato Globalismo, Italia, Le mani nelle tasche, Politicanti
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Chi di carlucci ferisce
Certamente, a volere esser seri, la fine dell’omino di Arcore non può essere imputata alle defezioni opportunistiche che due giorni fa hanno precipitato sotto il limite della sopravvivenza la sua forza in voti in un ramo nel parlamento rappresentativo.
Tuttavia esse costituiscono l’icastico emblema di un contrappasso evidente, già patito in altra epoca, seppure in maniera diversa, da Bettino Craxi. Quella che Rino Formica aveva definito “la corte dei nani e le ballerine”, della quale Craxi si era attorniato, al momento del tracollo disinvoltamente lo mollò, con sporadiche eccezioni, al suo destino. Plastica dimostrazione di quanto la gratitudine, come al suo tempo già aveva osservato Aristotele, sia un sentimento che invecchia presto. Un invecchiamento al quale, come si vede, anche l’omino di Arcore oggi paga pedaggio.
Quando nel parlamento rappresentativo volutamente si introducono personaggi di un certo tipo, absit invidia verbo, capita di doverne sopportare le conseguenze. Chi scava una fossa vi cadrà e la pietra torna addosso a chi la rotola (Proverbi 26,27).
MS
Troppa crudeltà
Si legge che alla manifestazione pidista del 5 novembre a Roma lo scalciante Renzino, tra una poppata e l’altra, abbia ricevuto, oltre a svariati epiteti, anche l’invito “Vai a lavorare!”.
Ora: passi per gli improperi, ben guadagnati. Ma vi è pur sempre un limite, imposto da un superiore senso di pietà umana: gridare “Vai a lavorare!” a uno così, sprofondandolo verosimilmente in un irrefrenabile timor panico, è davvero una eccessiva, gratuita crudeltà.
MS
Il bue dice cornuto all’asino
La stampa riporta che alla puntata di Omnibus sulla rete “La7″ del 4 novembre scorso tal sig. Crosetto, lo stesso individuo che successivamente, al telefono, avrebbe gratificato del cortese titolo di “testa di cazzo” il suo capintesta Berlusconi, rivolgendosi alla giornalista Antonella Rampino fuori onda, in una pausa pubblicitaria della trasmissione, l’avrebbe apostrofata, forse a causa di una precedente disparità di opinioni, “a te non ti spoglierebbe nessuno“.
Potrà anche essere, non sappiamo. Quel che è certo, invece, è che a quel tal sig. Crosetto, dalle apollinee sembianze, qualcuno potrebbe volerlo spogliare volentieri. In un film dell’orrore.
MS
Cristina trionfa nel ricordo di Nestor
Rielezione trionfale di Cristine Fernandez de Kirchner alla presidenza della repubblica argentina. A pochi giorni dal primo anniversario della morte del marito, che ricorre oggi, Cristina grazie a uno straordinario favore popolare continuerà nell’opera di risanamento e di perequazione sociale che prosegue quella attuata da Nestor suo predecessore di salvataggio del paese, ridotto alla disperazione dai vendipatria servi di Washington complici delle criminali politiche di spoliazione e assassinio dei popoli perpetrate dagli organismi globalisti – le stesse che negli ultimi mesi aggrediscono l’Europa partendo dalla Grecia.
Nel discorso della vittoria, Cristina ha tenuto a ricordare Nestor Kirchner e la sua opera non in quanto amore della sua vita ma in quanto militante politico che con dedizione patriottica riuscì nell’improba impresa di condurre l’Argentina fuori dalla tragedia.
A completare la bella notizia, ieri il tribunale di Buenos Aires ha condannato all’ergastolo – più indicata sarebbe stata la forca, ma è già qualcosa – un gruppo di assassini tra i quali il famigerato Astiz che sotto il regime militare degli anni ’70 si erano macchiati di orrendi e incondonabili crimini: opera di giustizia iniziata e proseguita soprattutto grazie all’instancabile impegno profusovi da Nestor e da Cristina stessa.
Un grande augurio a questa donna straordinaria, che in condizioni storiche e politiche certamente diverse sta conquistando i cuori degli Argentini con una popolarità forse comparabile a quella immensa, ancorché più d’istinto che di pensiero, che ebbe Evita.
MS
Ben fischiato!
Si legge sul sito de La Repubblica che alla manifestazione della FIOM tenutasi oggi a Roma in piazza del Popolo con la partecipazione dei lavoratori del gruppo FIAT e di Fincantieri, la sig.ra Camusso, attuale segretario generale della CGIL, avrebbe tenuto il proprio intervento “con un leggero ma costante sottofondo di fischi”. Se risultasse confermato, forse vorrebbe dire che tra gli operai della FIOM qualcuno potrebbe essersi ricordato di quando, come e perché la sig.ra Camusso venne di fatto allontanata dalla categoria, anni fa.
Personalmente ritengo che Guglielmo Epifani, conosciuto per la sua moderazione, ma anche per la sua onestà, abbia commesso un grave errore nel contribuire a fare della sig.ra Camusso il proprio successore.
E dunque se quel “leggero ma costante sottofondo di fischi” c’è stato, leggero secondo opportunità ma costante secondo giustezza, provo una sincera simpatia per chi, con responsabile misura ma con inequivocabile chiarezza, si fosse così bene espresso.
MS
Dal cachemire all’iPad: sinistra tristezza e libertà
Qualche giorni fa, alla morte di Steven Jobs, sui muri di Roma fu affisso un manifesto commemorativo a sfondo nero, raffigurante il logo della Apple Inc. (la mela morsicata) con all’interno quello ufficiale di “Sinistra Ecologia e Libertà con Vendola” e, sotto, la scritta “Ciao Steve 1955-2011″.
Lo stesso Vendola, a onor del vero, tenne a prendere qualche distanza dalla cosa, sottolineando – sotto una pioggia di commenti mordaci – che fare di quel simbolo un’icona della sinistra gli pareva “frutto di un abbaglio”.
Sta di fatto che una siffatta risibile veltronata è stata concepita non in una fumeria di sostanze psicotrope ma presso la Federazione SEL di Roma, provincia più popolosa d’Italia. Non sorprende: non è che dall’era Bertinotti all’era Vendola quel milieu confuso di buoni sentimenti e di assai povere idee sia cambiato granché, salvo che dal cachemire si è passati all’iPad. Un ammodernamento, sì, nel lo stessosenso di marcia dei gamberi: all’indietro. Gamberi che, all’esterno, sono pur sempre rossi.
MS
Un tempo camerieri, adesso sicari
Scriveva Ezra Pound che i politici non sono altro che i camerieri dei banchieri. Oggi si può vedere che si sbagliava per difetto: si resta attoniti osservando quasi tutti i cosiddetti “politici” (rectius: politicanti) sempre più freneticamente impegnati nel contendersi l’un l’altro, in una oscena competizione tra corrotti, il mestiere di sicari dei rispettivi popoli per conto della canaglia mondialista degli speculatori finanziari e del management globalizzato che dirige imprese a delinquere.
Se verrà il tempo della giustizia, gli esempi che essa sarà chiamata a mostrare non potranno essere meno che terribili.
MS